« Chi fa marketing sanitario fa marchette! »

Giovedì scorso, parlando con un medico che si approcciava per la prima volta al fantastico mondo del marketing sanitario, non ho potuto fare a meno di notare una smorfia sul suo viso che (purtroppo) conosco molto bene.

È comparsa proprio quando gli stavo raccontando l’approccio da tenere nei confronti del marketing sanitario e della propria professione.

Alcuni medici non lo vogliono dire per non risultare offensivi, ma ce l’hanno scritto in faccia: chi fa marketing fa “marchette”.

No, non quelle che il vocabolario definisce «I gettoni che le prostitute di una casa di tolleranza ricevevano dalla tenutaria ad ogni prestazione», ma quelle che vengono definite come «lavoro non impegnativo fatto per compiacere qualcuno o per ottenere un minimo guadagno».

Di sicuro dipende anche dall’assonanza tra i due termini, “Marketer” e ”Marchetta”. Fatto sta che in Italia si è fatta strada quell’idea comune secondo cui il marketing, e soprattutto il marketing sanitario, sia qualcosa di non ben definito a metà strada tra la comunicazione, le relazioni pubbliche, e il lavoretto utile a far girare, in alcuni contesti, il nome di un certo brand personale o servizio.

NO, IL MARKETING SANITARIO NON È NIENTE DI TUTTO QUESTO!

Fare marketing sanitario significa fare principalmente ANALISI, poiché è grazie a questa attività che nasce e si realizza una strategia di marketing efficace. L’analisi comprende le indagini sullo stile di vita, sulle abitudini e i comportamenti delle persone; l’analisi del mercato di riferimento, dei concorrenti, dei servizi offerti e di tutti i motivi per cui un determinato “target” di pazienti decide di venire da te oppure no.

L’analisi continua anche dopo la creazione della strategia di marketing sanitario e la definizione del Posizionamento, cioè del vero motivo per cui un paziente dovrebbe scegliere te invece che un tuo concorrente o piuttosto rimandare la visita. A tal proposito, ti invito a leggere l’articolo del blog di Marketing Medico in cui ho approfondito con esempi chiari il concetto (fondamentale) di Posizionamento:

Clicca QUI!

L’analisi, dicevo, continua con lo studio dei dati raccolti, le statistiche, i grafici, le ipotesi, le tesi e le verifiche delle tesi attraverso i test, per arrivare, dopo almeno tre/sei mesi, a fare il punto della situazione sui primi risultati. A questo punto, se hai avuto la pazienza necessaria, arriva il primo vero confronto con il team di Marketing Medico ed è qui che ti rendi finalmente conto che non si tratta di fare “marchette”, ma di tutt’altro!

La smorfia iniziale si trasforma così in un’espressione compiaciuta e attenta, che non manifesta superiorità o snobismo.

Contrariamente a quanto può pensare chi parte prevenuto nei confronti del marketing, odio fare operazioni di convincimento, quindi?

Se non accetti l’importanza del marketing sanitario, pazienza! Ci sarà chi la comprende e sfrutta appieno tutti i suoi benefici. Sarò felice di spiegare ed entrare nel dettaglio di ogni singolo argomento se dall’altra parte ci sarà la volontà di approfondire e mettere da parte i preconcetti. Solo così un medico in più avrà una reale occasione di raggiungere i propri obiettivi.

I tuoi colleghi stanno facendo marketing sanitario. Te cosa aspetti?