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Non affidarti ad una fonte esterna per attrarre nuovi pazienti!

Da quando ho fondato Marketing Medico penso di averne viste davvero tante.. ho assistito i dottori durante le prime visite, ho seguito i medici in sala operatoria e sono stato spesso “dietro le quinte” durante la gestione di un centro medico.

Ma fra tutte le cose che ho visto, ciò che mi ha colpito maggiormente sono state le “oscenità pubblicitarie” che molti medici realizzano (o meglio, fanno realizzare e poi approvano).

Forse, fra le tante, il gradino più alto del podio se l’è aggiudicato un medico che aveva deciso di promuoversi su Groupon. Già, le prime visite al 50% di sconto sul famoso portale di offerte giornaliere e di buoni sconto utilizzabili presso aziende e professionisti.

E sì, per un medico non solo è illegale, ma è anche mercificazione pura della propria professione.

Chi mi segue da tempo sa bene che sono dell’idea che il medico che lavora nel privato è prima medicopoi imprenditore.

Nota bene:

NON solo medico, NON solo imprenditore!

Ma perché sono contrario a Groupon e anche a tutti i portali esterni che cercano di attrarre pazienti al posto tuo?

È molto semplice:

Sono contrario perché devi evitare le scorciatoie che ti portano pazienti in maniera apparentemente facile. Groupon, ma vale lo stesso anche per i portali che promettono preventivi a destra e a sinistra, come ad esempio ProntoPro, MioDottore, Dottori.it ecc.. attraggono, tendenzialmente, potenziali pazienti che difficilmente si convertono in pazienti o si fidelizzano a te.

Perché accade questo e come mai sono “pazienti che difficilmente si fidelizzano”?

Perché si tratta solitamente di persone a caccia di offerte. Persone che sono particolarmente interessate al prezzo, al risparmio o al confronto fra preventivi.

Inoltre, cosa più importante, non hanno realmente espresso un vero interesse verso di te e verso la tua figura professionale.

Non sono stati formati al valore dei tuoi servizi, non sono entrati in connessione con te e con il tuo ruolo di medico, attraverso tutti i canali che il marketing sanitario ti mette a disposizione.

Sono potenziali pazienti che non sono passati attraverso il tuo percorso di marketing sanitario che gli racconta, per filo e per segno, le regole fondamentali per poter essere seguiti da te. Non conoscono il tuo modus operandi e tanto meno il tuo sistema di credenze.

Per questo motivo sono persone che più difficilmente si legheranno a te, rispetto a quelle che arrivano dalla tua fonte, dal tuo percorso.

Non puoi rinunciare all’opportunità di avere pazienti che ti vedono come unico e valido punto di riferimento, come specialista a cui rivolgersi sempre.

Devi seminare prima di raccogliere e quindi devi coltivare i tuoi pazienti ideali!

Ho approfondito l’argomento in questo video:

Il marketing sanitario è il male!

Il marketing in Italia, soprattutto nel settore sanitario, non gode di una buona fama. Sono pochi i medici capaci di apprezzare il marketing sanitario e i benefici che può portare alla loro professione.

La maggior parte dei medici, sia che lavori nel pubblico, sia che lavori nel privato, pensa che il marketing sia qualcosa di sbagliato, quasi fosse uno strumento per “ingannare” le persone.

Come dico sempre, il marketing sanitario non nasce “buono” o “cattivo”; dipende da come lo si usa. Dipende da quali sono i fini del medico che usa gli strumenti che il marketing mette a disposizione.

Ogni giorno combatto per far passare questo concetto, per raccontare ai medici tutti i benefici che si possono ottenere da un MARKETING ETICO.

Purtroppo però è difficile trasmettere a tanti professionisti che hanno costruito la propria carriera 15-20 anni fa e che si affidavano esclusivamente al passaparola, il concetto che oggi non è più possibile fare affidamento su questo unico strumento!

Sì, il passaparola è vivo e funziona, ma non è più sufficiente, se il tuo obiettivo è quello di vivere e non di sopravvivere.

Ma torniamo a quella odiosa convinzione che il marketing sanitario sia qualcosa di ingannevole:

Di recente mi sono imbattuto in un post sponsorizzato, rivolto ai dentisti, di un’agenzia che si occupa di marketing.

Il tono pubblicitario di questa azienda, un po’ aggressiva ma senza eccedere, chiedeva ai dottori quante prime visite effettuassero in un mese.

Questa sola domanda è bastata per scatenare risposte molto seccate, che andavano da: «Ho la partita Iva che lei andava ancora all’asilo.» a «Non siamo mercanti, siamo dottori specialisti!».

Nessuna risposta entrava nel merito e tutte vedevano nella domanda un attacco e uno svilimento della propria professione.

Nessuno rifletteva sul fatto che essere bravi non basta più, non è più sufficiente. La bravura ormai (in teoria) è il requisito minimo per essere presenti sul mercato.

Oggi la concorrenza è altissima e fare marketing sanitario significa andare incontro a pazienti che hanno un problema da risolvere; molte persone hanno commentato chiudendosi a riccio e credendo di avere la verità in tasca.

Ti ho raccontato questo piccolo aneddoto perché mi sembra un esempio calzante di come sia necessario, in ambito sanitario, cambiare mentalità.

Guardare con diffidenza un’agenzia specializzata in marketing sanitario solo perché non si conosce cosa sia e come funzioni davvero il marketing sanitario significa non voler accedere al cambiamento che stiamo vivendo, rimanendo ancorati al passato o, peggio ancora, alla speranza che le cose migliorino da sole.

Continuare a credere che il marketing sanitario sia solo un modo, un “trucco”, per vendere un servizio è sbagliato, completamente sbagliato.

Innanzitutto perché tu stesso conosci l’efficacia dei tuoi trattamenti e sai benissimo che promuoverli è decisamente etico, e poi, perché questi pregiudizi sulla pubblicità sanitaria (in pratica il passaparola 2.0) limitano le possibilità di crescita della tua professione.

Il marketing non è inganno, ma è connessione, è vicinanza con i tuoi pazienti.

A volte basta cambiare prospettiva per vedere le cose in maniera diversa!

Se non lo hai ancora letto, questo articolo può davvero aiutarti a scoprire cosa fa un’agenzia di marketing sanitario:

Clicca QUI!

Vuoi diventare Presidente degli Stati Uniti?

«Espellerò 3 milioni di immigrati clandestini!» Questa è solo una delle tante frasi pronunciate da Donald Trump al momento della sua elezione, nel 2016. Una frase con cui ribadiva che il muro con il Messico sarebbe diventato realtà.

Ma cosa c’entra Trump con il marketing sanitario? C’entra eccome, se guardiamo alla sua capacità di generare controversia con il Messico, come ad un’intelligente mossa propagandistica per ottenere voti.

Quello che voglio dire è che il magnate americano, in tutta la sua avventura politica, ha sempre cercato di creare controversia e dire, più o meno velatamente: “O con me o contro di me!”

La questione messicana è forse l’esempio più lampante di questo modo di agire. Creando divisione, Trump ha finito per convincere milioni di bianchi americani, per lo più degli Stati del Sud, a votare per lui.

Sto forse dicendo che anche tu, sulle tue pagine social, dovresti creare controversie così estreme e spingere le persone a stare dalla tua parte o contro di te? Assolutamente no!

Voglio però far passare un concetto fondamentale: un medico NON può piacere a tutti e no, avere i commenti critici dei pazienti non sempre è un indice negativo, soprattutto se questi ultimi ti permettono di ribadire i tuoi valori.

Poniamo infatti che tu sia un chirurgo plastico che ha scelto, per etica professionale, di non intervenire su pazienti diciottenni che richiedono modifiche estreme, solo perché le hanno viste su qualche modella di Instagram.

Oppure sei un medico che si batte per affermare che il primo consulto medico, anche se avviene online, deve essere sempre retribuito con un giusto compenso.

Se ti esponi sulla tua pagina Facebook sottolineando il valore e le motivazioni delle tue scelte o rispondendo a pazienti che non la pensano come te, creerai controversia. Ma lo farai parlando di argomenti che ti caratterizzano e che ti rendono “diverso”!

Ciò che voglio dire è che non devi metterti a parlare di politica. Quella lasciala a Trump, Salvini e a tutti gli altri. Ma, per creare un pubblico di pazienti in linea con i tuoi valori, devi dire chiaramente come la pensi. A costo di risultare antipatico a chi non la pensa come te.

Come dico sempre ai medici che mi contattano per una consulenza, attrarre ogni tipo di paziente significa non attrarre nessuno.

Quando rispondi a un commento o a una recensione negativa, non temere di risultare impopolare. Difendi i tuoi ideali e il tuo sistema di credenze, porta avanti le tue battaglie e stai pur sicuro che questo modo di comunicare ti aiuterà ad attrarre i pazienti in target con te e con i tuoi servizi.

Se, infatti, qualcuno dei tuoi lettori è dell’idea che il primo consulto debba essere gratuito, probabilmente non ti contatterà mai.

Ma se affermerai questa tua convinzione, eviterai di perdere tempo e farai sì che a contattarti siano solo persone consapevoli del fatto che pagare la prima visita è giusto.

Ai commenti online ho dedicato un articolo del blog di Marketing Medico:

Clicca QUI!

E ricorda: Trump ha vinto le elezioni americane grazie (anche) alla controversia generata con il Messico.

Tu, con la stessa tecnica, puoi conquistare l’attenzione dei pazienti in target con te e, se porti avanti le tue battaglie senza scendere a compromessi, riuscirai a crearti il tuo seguito. 

Il segreto di Napoleone che può aiutare i medici!

Napoleone non è stato solo un uomo politico che ha influenzato la sua epoca e quelle a venire. È stato anche un grande stratega militare.

Uno stratega che ha sempre agito all’opposto rispetto a quanto gli eserciti nemici si aspettavano. Una sua tattica molto celebre infatti, ispirata alle manovre militari di Federico II, consisteva nell’aggirare il nemico sorprendendolo là dove era più vulnerabile.

Quando generali, ufficiali e soldati nemici si aspettavano un attacco frontale, Napoleone impegnava la maggior parte dei suoi uomini in una manovra a tenaglia, lasciando solo una piccola parte dell’esercito ad occupare il campo militare frontalmente. 

Insomma, se due eserciti opposti solitamente portavano avanti azioni ben precise, codificate, Napoleone trovava il modo di agire diversamente, in modo sorprendente, spiazzando il nemico. 

Mi sono servito di questo esempio per toccare un argomento che riguarda praticamente tutti noi.

Tranne pochi che non devono preoccuparsi di bollette, affitti, spese impreviste e quant’altro, la maggior parte delle persone ha dovuto e sta affrontando quella che potrebbe rivelarsi la più grande crisi economica del ventunesimo secolo.

Eppure, in un momento in cui la tendenza è quella di risparmiare, di guardare solo al presente, di vivere (e lavorare) con la paura di ciò che accadrà, il mio consiglio è di non fermarsi.

Non rimanere bloccati, ma, soprattutto, evitare di fare come la maggioranza delle persone. Bisogna prendere una strada diversa, più coraggiosa!

In un parola?

Investire nel marketing sanitario.

I pazienti NON smetteranno di cercare medici online; continueranno a informarsi sui migliori trattamenti per le loro specifiche esigenze e problematiche, e contatteranno te, se ti farai trovare grazie a una strategia di marketing sanitario completa di tutti i suoi step.

Investire nel marketing sanitario significa investire nel proprio futuro e nella propria professione.

Significa agire come Napoleone: al contrario, rispetto a ciò che tutti si aspettano e fanno.

Per fare marketing sanitario non basta “chiedere al proprio cugino” o ad una web agency generica di realizzare un sito internet e una campagna pubblicitaria su Facebook.

Occorre rivolgersi a un’agenzia specializzata nel marketing sanitario, che abbia tutte le caratteristiche che ho raccontato in questo articolo:

Clicca QUI!

P.S.

Nello scrivere questo post mi è venuta in mente una citazione piuttosto famosa:

« Il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade! » diceva il barone Rothschild.

Per quanto questa frase possa sembrare “raccapricciante”, volendola parafrasare, il punto resta che proprio quando tutti fanno (o non fanno) una cosa, come ad esempio non investire nel marketing sanitario, tu devi fare esattamente il contrario.

13 mesi per entrare nella storia!

Sai perché l’Empire State Building è così alto? Il grattacielo più famoso al mondo, almeno fino alla costruzione delle Torri Gemelle, venne inaugurato il 1º maggio 1931, appena 13 mesi dopo la nascita del progetto.

La sua è una storia di grande lungimiranza e un pizzico di lucida follia. Il progetto nacque con lo scopo di ospitare migliaia di uffici di una New York che veniva dai ruggenti Anni ‘20, ma anche per battere la concorrenza di un altro edificio, il Chrysler Building, che allora deteneva il primato di costruzione più alta della Grande Mela.

Ho parlato di lungimiranza e follia non perché per innalzare i 102 piani dell’Empire State Building vennero impiegati migliaia di operai e investiti tantissimi soldi (circa 41.000.000 $ del tempo). Questo, in fondo, mi dirai che fa parte di tante grandi imprese.

Ti ho raccontato questa storia perché ciò che fece del grattacielo un simbolo destinato ad arrivare fino a noi, fu la capacità di credere nel progetto di rinascita di una New York messa in ginocchio dalla Grande Depressione. Nonostante, insomma, la situazione economica remasse contro, il progetto venne portato a termine e New York ebbe la sua “scala” verso il cielo.

Questo racconto non ti ricorda forse qualcosa? Non ti fa venire in mente il periodo di cambiamenti e trasformazioni che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo?

Io nella storia dell’Empire State Building vedo la voglia di rinascita, la voglia di superare i propri limiti e di non farsi abbattere dalle difficoltà, anche se il periodo storico sembra essere dei più complicati.

È risaputo che nella Storia molti avvenimenti siano ciclici e che le “crisi” siano spesso i punti di partenza di differenti modi per raggiungere nuovi traguardi.

Il 2020, con tutti i suoi colpi di scena, dovrebbe avercelo insegnato!

Anche in caso di difficoltà, di dubbi, di stanchezza fisica o mentale non è MAI il momento di procrastinare. È sempre il momento di provare a essere lungimiranti e visionari, confidando nella proprie capacità e in quelle delle persone che sono proprio come te.

Guardare al futuro significa, per te, medico, realizzare il tuo personale Empire State Building; impiegare risorse e tempo per creare la tua immagine professionale o consolidare il tuo brand affidandoti a una squadra collaudata che conosce alla perfezione le dinamiche e le regole del marketing sanitario.

Prova a immaginare un grande edificio di 100 piani. Quali sarebbero gli elementi più importanti per la sua stabilità? Le fondamenta!

Il sito internet, i social network, la pubblicità a pagamento… sono solo alcuni piani del tuo grattacielo, ma per cominciare a realizzarli devi partire dalle fondamenta.

Le fondamenta della tua professione devono essere composte dai pilastri di cemento della strategia di marketing sanitario.

Vuoi scoprire quali sono i primi passi da fare?

Leggi l’articolo che ho pubblicato sul blog, dedicato proprio alla strategia di marketing sanitario:

Clicca QUI!

Come nel caso dell’Empire State Building, solo con un pizzico di lucida follia potrai superare ogni difficoltà e far crescere la tua professione!

Crea la tua “scala” verso il cielo. 

Il medico e il tacchino senza ali!

Ogni volta che un medico con cui parlo, o che mi scrive un messaggio privato qui su Facebook mi dice «Dovremmo preoccuparci di essere medici, non di fare marketing. Se uno lavora bene, con un po’ di pazienza il passaparola porterà risultati!»,ripenso sempre ad una storia che credo possa chiarire ogni dubbio!

È la storia di una giovane donna che, entusiasta, prepara la tradizionale ricetta di famiglia: il tacchino al forno.

[La donna preparò un buonissimo tacchino al forno. Un volta a tavola e appena finito di mangiare il marito disse: «Tesoro, il tacchino era squisito, ma potrei chiederti una cosa?» — certo, disse la moglie! — «Perché il tacchino lo hai cucinato senza ali?»

La moglie lo guardò e gli disse: «È ovvio, il tacchino si cucina così!». L’uomo la ringraziò e cambiò discorso.

La donna era rimasta colpita dall’osservazione del marito e non avendo una risposta soddisfacente, in quanto aveva cucinato il tacchino nell’esatto modo in cui lo faceva sua madre, pensò che l’unico modo per scoprire la verità era chiedere alla madre spiegazioni, così la chiamò: «Ciao mamma, avrei una domanda da farti: perché il tacchino va cucinato senza ali?».

Dall’altro capo del telefono la madre rimase a sua volta senza parole e rispose bruscamente: «Dai…è ovvio! Il tacchino va cucinato senza ali!».

Chiusa la conversazione con la figlia, la madre prese il telefono e chiamò sua madre, la nonna della donna, e le chiese: «Mamma, perché il tacchino va cucinato senza ali?».

La nonna rimase un po’ basita e poi rispose: «Cara, il tacchino non va cucinato senza ali…».

«Ma tu hai sempre fatto il tacchino senza ali ed era buonissimo» — rispose la figlia.

«Sì, figlia mia, io cucinavo il tacchino senza ali perché il forno che avevo era piccolo e il tacchino non entrava per intero, per cui ero costretta a tagliarlo»].

La morale della storia?

Molte volte facciamo quello che facciamo senza chiederci come o perché siamo arrivati a prendere una certa decisione.

Rifletti sulle tue abitudini e sulle tue scelte, perché spesso siamo frutto di un’imitazione e non tutto ciò che facciamo fa parte di noi, almeno fino a quando non abbiamo compreso e scelto consapevolmente.

E sì, il marketing sanitario rientra proprio fra queste scelte; è un mezzo che, se usato eticamente, può attrarre il giusto tipo di pazienti.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: non si tratta di trasformare una professione importante, come quella medica, in un modello di business aziendale, ma piuttosto di essere più vicini ai pazienti instaurando con loro una relazione basata sulla fiducia, tramite i mezzi che il marketing sanitario propone.

È proprio per questo motivo che ho creato le Consulenze Private di Marketing Medico, dando a ogni Dottore la possibilità di scoprire cos’è il marketing sanitario e quali sono i primi passi che deve fare.

Cliccando sul link qui sotto troverai tutto quello di cui hai bisogno per intraprendere questo nuovo percorso.

Clicca QUI!

Molti tuoi colleghi stanno facendo marketing sanitario; inizia a fare il primo passo e scopri i suoi benefici! 

Smettila di bruciare i tuoi soldi!

Quando inizio a parlare del marketing sanitario ad un amico o a un medico, leggo nei loro occhi una certa curiosità e qualche dubbio. Se poi dico che Marketing Medico realizza strategie di marketing, la curiosità, ma soprattutto i dubbi, aumentano.

Il mondo del marketing sanitario è un mondo abbastanza nuovo che si è sviluppato solo negli ultimi 14 anni, cioè da quando la legge Bersani (Legge nr. 248/2006) ha di fatto liberalizzato la pubblicità per il settore sanitario, consentendo ai medici di promuovere i propri servizi.

Non è quindi così strano che parlando del mio lavoro, o meglio della mia missione, la persona che mi ascolta abbia le idee un po’ confuse.

Dopo il primo imbarazzo iniziale e dopo aver pensato che sono il classico “smanettone” che fa i siti internet, mi fissano un attimo e mi chiedono:

• Cos’è di preciso il marketing sanitario?

• In concreto, cosa fai per il medico?

• Cos’è una strategia di marketing?

E sì, tutte queste domande si potrebbero riassumere in una sola:

Cosa fa esattamente un’agenzia di marketing sanitario?

Sembra qualcosa di astratto, ma è esattamente il contrario, non c’è nulla di più tangibile (e misurabile!).

Perciò, per rispondere ai medici e agli amici, ho deciso di fare luce su questo lavoro così diverso e “nuovo”, scrivendo un articolo che ti invito a leggere con attenzione:

Clicca QUI!

Con questa lettura desidero formare ogni medico su quello che davvero si deve aspettare (e deve pretendere) da un’agenzia di marketing sanitario. Troverai tutte le risposte e gli esempi necessari per scoprire realmente cosa fa un’agenzia di marketing specializzata nel settore medico.

Ci ho messo dentro anni di studi, conoscenze, esperimenti sulla mia azienda e gli step principali che realizza Marketing Medico.

Punto per punto, con vari approfondimenti, ho raccontato cosa faccio e cosa serve a te, medico, per aumentare la tua autorevolezza comunicativa e raggiungere più facilmente i tuoi potenziali pazienti.

Buona lettura! 

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Michael Jordan – Medico: 1 a 1

Chi mi conosce bene sa che uno dei miei sport preferiti è sempre stato il Basket, mentre la mia più grande passione, il Marketing Sanitario

Con questo post li ho uniti entrambi, ed ho preso l’ispirazione da una docu-serie che sta avendo un grande successo, battendo tutti i record di Netflix.

In questi giorni, insieme a 6,1 milioni di spettatori, ho guardato “The Last Dance”, una serie che narra con toni drammatici ed eroici la cavalcata di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls alla conquista del Titolo NBA nella stagione ‘97-’98. 

La serie alterna immagini filmate durante quella storica annata, che portò al sesto titolo dei Bulls, e interviste ai protagonisti. Ci sono proprio tutti, l’allenatore Phil Jackson, Michael, il suo “braccio destro” in campo, Scottie Pippen, e poi Dennis Rodman e molti altri.

La narrazione è epica, i Chicago Bulls sono gli eroi e gli Utah Jazz di Karl Malone sono i “nemici”. Ma “The Last Dance”, anche se vede sfilare tutti i protagonisti, non è un racconto corale.

Non si tratta di una docu-serie imparziale che ti fa rivivere una delle più avvincenti finali di uno dei massimi sport professionistici americani.

Si tratta, e man mano che si succedono gli episodi appare sempre più chiaro, del racconto narrato dal punto di vista di Michael Jordan.

Jordan è onnipresente e ogni fatto, ogni dettaglio viene commentato dal grande campione.

“The Last Dance” diventa, di fatto, il racconto della realtà così come è percepita dal protagonista principale, e questo non può che influenzare anche l’opinione degli spettatori.

Basti pensare che le immagini documentate durante quella memorabile stagione sono rimaste chiuse in un cassetto quasi vent’anni, finché Jordan non ha dato l’ok a farne una serie.

Tutto questo cosa insegna a chi deve fare marketing sanitario?

Ti ho parlato di “The Last Dance” perché il marketing sanitario non si fonda SOLO su informazioni corrette e dettagliate, che devono rimanere sempre il fulcro e la base della tua comunicazione, ma anzi, proprio come in questo documentario, deve essere fatto attraverso il punto di vista del medico.

È una battaglia di percezioni e per vincerla non basta formare i pazienti sulla qualità dei tuoi servizi, ma occorre anche portarli dalla tua parte.

È necessario che il tuo pubblico ti percepisca come medico autorevole, empatico, capace di consigliare e attuare un percorso di trattamenti in grado di far raggiungere ottimi risultati.

Occorre, in breve, che ti ascolti proprio come il grande pubblico ha ascoltato Michael Jordan nel corso della sua carriera e nella docu-serie realizzata per riportarlo al centro del dibattito sportivo.

Come “The Last Dance” è la realtà filtrata attraverso gli occhi di Jordan, anche tu devi essere bravo a filtrare la realtà attraverso i tuoi occhi di esperto, rispondendo ai bisogni dei pazienti.

Ti sembra un compito difficile? Non lo è se cominci fin da subito a dotarti degli strumenti necessari per vincere questa “battaglia di percezioni”.

Il primo passo da fare?

Leggere gli articoli del blog di Marketing Medico:

Clicca QUI!

Scoprirai che esistono tanti modi per migliorare la tua autorevolezza comunicativa e tutti hanno a che fare con la tua realtà, proprio come “The Last Dance” ha a che fare con la realtà di Michael Jordan.

Buona lettura! 

Pensa come il pesce, non come il pescatore!

In questi giorni di caos è il momento più adatto per prendersi un po’ di tempo da dedicare alla riorganizzazione del proprio lavoro e allo studio di tutti quegli aspetti che possono far crescere la propria professione.

Non è un caso che molti medici negli ultimi giorni abbiano deciso di trovare il lato positivo di questo stop forzato per riordinare le idee, studiare e fare delle consulenze di marketing sanitario.

È proprio durante le consulenze private che sto facendo, rigorosamente tramite Skype, che una delle frasi che pronuncio spesso è: pensa come il pesce, non come il pescatore.

Quello che cerco di fare è portare il medico a pensare esattamente come pensa il suo potenziale paziente. Teniamo a mente questo concetto e partiamo da una domanda: cosa cercano le persone su internet?

Per rispondere a questa domanda prova a pensare a come tu stesso usi internet: come usi i motori di ricerca e i social network? Ti svaghi, ti distrai dopo il lavoro?

Magari molte volte sì; magari qualche volta cerchi un prodotto su Amazon; altre volte invece cerchi un ristorante nuovo da provare…

Però non solo! Spesso usi internet anche per informarti, per leggere un quotidiano online (soprattutto in questo periodo), oppure ti informi su quel convegno o su quel master a cui vorresti partecipare.

Insomma, proprio come te, anche i tuoi pazienti cercano spesso informazioni legate ad ogni aspetto della loro vita, compreso il loro prossimo medico: il medico che possa risolvere quel problema che lo tormenta da giorni.

No, le persone non cercano solo il meteo e le ultime notizie, anzi, cercano anche tutto ciò che può aiutarle a risolvere il loro problema di salute e fra le tante esigenze che hanno c’è anche quella di trovare gli specialisti più bravi in circolazione, quelli per cui valga la pena prenotare una visita invece di aspettare mesi per un esame in ospedale.

Ti interessa sapere come intercettare queste ricerche? Come far sì che quella paziente che cerca un Neurologo nella tua città scelga proprio te e non un tuo concorrente?

Il mio consiglio è quello di partire da questo articolo del blog di Marketing Medico:

Clicca QUI!

Leggendolo, scoprirai che il passaparola non è morto, anzi, piuttosto direi che si è spostato in molti casi su internet e avviene anche tra perfetti sconosciuti. I tuoi potenziali pazienti chiedono, cercano e non aspettano che il medico che risolverà il loro problema piombi dal cielo all’improvviso.

E se tu vuoi davvero “esserci” quando i tuoi potenziali pazienti cercano il medico più adatto a loro, hai bisogno di una strategia di marketing sanitario davvero efficace.

Non devi lasciare niente al caso, altrimenti avrai perso non una, ma dieci cento, mille occasioni, tante quanti sono i pazienti che andranno altrove. Ovvero dal medico che fa pubblicità su Facebook o che è apparso sui giornali grazie alle sue pubbliche relazioni.

Buona lettura! 

Medici e buoi dei paesi tuoi! 

Il famoso proverbio «Mogli e buoi dei paesi tuoi!», diciamoci la verità, oggi suona un po’ “vecchio” e sessista. Moglie, marito, compagno, compagna, ma anche amici ecc. possono essere di ogni parte del mondo e in questo senso internet e i social network hanno definitivamente abbattuto ogni tipo di frontiera.

Le grandi aziende hanno abbattuto le frontiere da molti anni e fanno marketing pensando anche a tutti quei clienti che abitano nei luoghi più disparati. Hanno grandi capitali da investire e cercano di raggiungere quante più persone possibili.

Ma torniamo al mondo sanitario e alla mia personalissima versione del proverbio: «Medici e buoi dei paesi tuoi!».

Se ci fermiamo un attimo a pensare, un medico quali pazienti attrae?

Chi è che cerca, online oppure offline, uno specialista?

Per lo più saranno pazienti vicini a lui. Pazienti che abitano a 10, 30, 50 km di distanza dal suo studio. Difficilmente abitano più lontano, a meno che lo specialista non sia un’eccellenza riconosciuta o abbia sviluppato ottime pubbliche relazioni facendosi pubblicità su media a tiratura nazionale, come TV e giornali.

Insomma, è molto probabile che la maggior parte dei tuoi pazienti abitino vicino a te, magari nella stessa città o addirittura nello stesso quartiere.

Durante le consulenze, quando chiedo ai medici «Qual è il tuo target?», spesso mi viene detto «Pazienti in tutta Italia!» ecco, non è che questo ragionamento sia sbagliato, semplicemente non tiene in considerazione due aspetti fondamentali:

1. Pubblicizzarsi a livello nazionale ha costi molto alti.

2. Perché trascurare chi sta vicino?

Lo capisco, quando pensi al marketing sanitario probabilmente immagini una strategia che comprenda il sito internet che sarà visibile in tutto il mondo, perché mai non dovrebbero arrivare pazienti da Firenze anche se hai lo studio a Roma?

In realtà è un po’ più complicato di così e se vuoi davvero che nella tua sala d’aspetto ci sia la fila dovresti, almeno all’inizio, concentrare i tuoi investimenti in un’area più circoscritta, vicina a dove si trova il tuo studio.

Come fare? Da dove partire? Innanzitutto hai bisogno di un team di professionisti che conosca le strategie di promozione a livello locale, ma prima ancora puoi leggere questo articolo del blog di Marketing Medico, che ti dà un’infarinatura generale su termini come “Local SEO”“Google My Business”“Pubblicità targettizzata”:

Clicca QUI!

Non farti spaventare da queste parole “difficili”, in fondo promuoverti a livello locale è quello che hai sempre fatto, magari partecipando a eventi cittadini o semplicemente hai fatto bene il tuo lavoro dando vita al passaparola nella tua città…

Adesso si tratta invece di fare tutto questo (e molto di più) con una strategia a monte, che ti permetta di attrarre i pazienti che hanno quella patologia o quel fastidio che tu risolvi meglio dei tuoi colleghi.

Spesso i tuoi potenziali pazienti sono dei “paesi tuoi”; li trovi la mattina al bar, li incroci a piedi, percorrete le stesse strade al mattino… Si tratta solo di fargli sapere che sei un punto di riferimento e che non devono cercare lontano per risolvere il loro problema.

Buona lettura!